Austria: le conseguenze delle presidenziali del 24 Aprile. Si dimette il Cancelliere Werner Faymann.

Le elezioni presidenziali dello scorso 24 Aprile sono state, com’era prevedibile, un notevole scossone per la stabilità del sistema politico austriaco.

Una così significativa affermazione di un partito ultranazionalista, anti-europeista e anti-immigrazione non poteva d’altronde restare senza conseguenze. Il segnale dato dall’elettorato austriaco è chiaro: quando c’è bisogno di risposte, molto spesso non importa da dove esse provengano, l’importante è che vengano date.

Il 9 maggio – giusto in tempo per la festa dell’Europa – la prima importante conseguenza si è manifestata. Il cancelliere socialdemocratico Werner Faymann, al governo da 7 anni e mezzo, ha infatti rassegnato le sue dimissioni dalla carica di cancelliere e da quella di leader del Partito socialdemocratico, dichiarando apertamente di non godere più del consenso necessario per continuare a svolgere efficacemente le sue funzioni.

L’Austria, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, è stata costantemente governata dal Partito Popolare Austriaco (Österreichische Volkspartei, ÖVP) e dal Partito Socialdemocratico (Spoe) uniti in governi di coalizione.

I due partiti principali hanno iniziato a perdere consensi verso la fine degli anni ’90 con l’ascesa del Partito della Libertà Austriaco, nato come partito liberal-conservatore e trasformatosi col tempo in una forza dichiaratamente nazionalista. Norbert Hofer, vincitore del primo turno alle ultime elezioni presidenziali, appartiene a questa forza politica, e il suo successo elettorale molto ha a che vedere con le dimissioni dell’ormai ex cancelliere Faymann.

Decisiva si è rilevata la questione dell’immigrazione. Faymann ha dapprima appoggiato la politica di accoglienza della cancelliera tedesca Angela Merkel, perdendo una notevole dose di consensi tra l’elettorato più insoddisfatto.

Successivamente, preso atto del malcontento crescente tra l’opinione pubblica, ha operato un brusco cambio di rotta nella sua politica verso i rifugiati. Si è infatti dichiarato a favore della costruzione di barriere anti-migranti ai confini dell’Austria.

Questo netto cambiamento di politica da parte del leader socialdemocratico ha spaccato il partito. La maggioranza è a favore di una maggiore protezione dei confini nazionali anche a costo di tornare ad antiche e talvolta angoscianti chiusure. Ma una buona parte, rappresentata soprattutto dall’ala giovanile del Partito, ritiene l’atteggiamento di Faymann conservatore ed eccessivamente incoerente con i valori del Partito.

Nonostante Faymann godesse ancora del sostegno della maggioranza del suo Partito, ha deciso di dimettersi perché l’Austria, come ha dichiarato, ha bisogno di un cancelliere “che ha il pieno sostegno del suo partito”.

Le dimissioni di Faymann sono dunque ricollegabili a due fattori fortemente interrelati. Da un lato, il progressivo erodersi del consenso del Partito Socialdemocratico ha contribuito a generare le profonde divisioni che oggi caratterizzano questo Partito. Dall’altro, la vittoria di Hofer al primo turno delle presidenziali, che ha determinato il definitivo isolamento dell’ex cancelliere.

Adesso in Austria si aprono nuovi scenari. Il successore ad interim di Faymann è stato individuato in Reinhold Mitterlehner, 60enne appartenente al Partito Popolare. Il ballottaggio del prossimo 22 Maggio dirà chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica, carica quest’ultima che gode di poteri meramente istituzionali ma la cui assegnazione risulta altamente simbolica.

Sicuramente le dimissioni del cancelliere appena due settimane dopo la vittoria di Hofer al primo turno delle presidenziali rappresentano un momento significativo per la democrazia austriaca. La crisi di consensi verso i partiti tradizionali e la questione dell’immigrazione si fondono, e insieme danno vigore alla sfiducia ed al malcontento.

Non sappiamo che cosa accadrà in Austria. Ad oggi possiamo solo fermarci a riflettere sugli sviluppi politici che ogni giorno avvengono sotto i nostri occhi. Riflettere sull’Austria vuol dire cercare di comprendere le ragioni e la portata del malcontento, provare ad immaginare sviluppi futuri date le condizioni del presente. Infine, last but not least, rendersi conto che l’Austria, stato membro dell’Unione Europea, sta optando per soluzioni essenzialmente nazionali, mette in luce le debolezze strutturali di quest’ultima ed aiuta certamente a comprendere meglio il presente, nonché ad elaborare previsioni più attendibili per il futuro.

Matteo Marenco

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-05-09/flop-elettorale-e-muro-brennero-si-dimette-cancelliere-austriaco-faymann-131539.shtml?uuid=ADFoy2D&refresh_ce=1

http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/09/news/austria_si_dimette_cancelliere-139422529/

http://www.theguardian.com/world/2016/may/09/werner-faymann-quits-as-austrian-chancellor

http://www.lastampa.it/2016/05/09/esteri/austria-nel-caos-si-dimette-il-cancelliere-werner-Fp0QQ8NA8PvA8klHlEVe8O/pagina.html

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/05/09/austria-si-dimette-il-cancelliere-faymann_57b96e7a-bc4e-4ebc-80c4-6d819102354d.html

http://www.bbc.com/news/world-europe-36245316

http://www.telegraph.co.uk/news/2016/05/09/austrian-chancellor-resigns-after-far-right-election-triumph/

http://www.nytimes.com/2016/05/10/world/europe/austrian-chancellor-werner-faymann-resign.html?_r=0

http://www.independent.co.uk/news/world/europe/austria-chancellor-werner-faymann-quits-over-far-right-election-victory-a7020196.html